L' origine

 

Nei primi anni novanta Gabriella, Anna e Armando col figlio Andrea si trovavano sulle coste del Cearà (Brasile) per trascorrere alcune settimane di vacanza ospiti di Padre Lopes , parroco di Icapuì, in una casa sul mare di Melancias. Furono giorni indimenticabili e talmente pieni di emozioni che sognarono di costruire su quelle spiagge una grande casa che doveva "diventare tante cose". Con il trascorrere delle giornate l'idea divenne più seria e concreta. L'ultima settimana di permanenza in Brasile la trascorsero a Pereiro, un paese all'interno del Cearà dove, da diversi anni Don Gino, con cui c'era da lungo tempo una profonda stima e amicizia , faceva il missionario. Prima di partire gli amici trentini scrissero una specie di lettera d'intenti; dicevano che erano disposti a trovare il denaro necessario, ecc. ecc.. Don Gino fece propria questa idea e divenne di fatto il referente brasiliano di questo sogno. Due anni dopo, con l'aiuto di Padre Lopes, parroco di Icapuì, venne comperato il terreno e nello stesso anno Don Gino diede inizio ai lavori di costruzione.

Lo scopo della casa era triplice:
1) creare un centro di incontro per gruppi locali organizzati (giovani, chiesa, sindacato) per dare loro la possibilità di fare attività di formazione in una località marina,
2) avviare forme di turismo sociale rivolte agli scolari dell’interno del Nord-est brasiliano
3) incentivare un turismo internazionale solidale e responsabile per agevolare lo scambio tra culture e di esperienze e per sostenere l'economia locale.

Nel giugno 98 Armando, Anna e Gabriella ritengono importante incanalare questa storia in un percorso collettivo. Cominciano i primi ragionamenti con gli amici dell'associazione Exedra e nascono le prime idee. 

Verso Ottobre 98 gira tra gli amici un ciclostilato per verificare se esiste l'interesse a costituire un gruppo di riferimento per gestire un progetto collettivo; di seguito il contenuto:

COSA NE PENSATE

E’ una idea di alcuni amici trentini che nasce durante un breve soggiorno a Melancias (piccolo paese sulle coste del Nord-est) nel luglio del 91; diventa progetto quando P. Gino se ne fa garante: noi dovevamo trovare le risorse finanziarie e lui doveva trovare il terreno, progettare e costruire la casa ma soprattutto mettere in piedi una gestione capace di utilizzarla come centro di incontro/soggiorno e renderla finanziariamente autonoma. Nelle idee di allora si pensava ad una specie di casa di ferie marine per dare la possibilità a gruppi organizzati (studenti, insegnanti, sindacalisti, preti, anziani, ecc.) di svolgere attività di informazione/formazione in un contesto piacevole e rilassante e a costi accessibili. Dopo di allora un lungo e non sempre lineare percorso;
a grandi linee:
gennaio 93: acquisto del terreno; giugno 94: arrivano le prime foto dei lavori; febbraio 95: il primo gruppo di persone dorme nella casa in condizioni precarie; per due anni i lavori si fermano per mancanza di denaro e di convinzione. Durante il mio viaggio del luglio 97 vedo per la prima volta la costruzione; è grande, bella e in uno splendido posto; 13 stanze con bagno, un salone per mangiare, un salone per incontri, una piazza interna che fa sognare per le sue possibilità ma quasi tutto allo stato grezzo: sono in funzione solo sei bagni. Il mio amico Gino, distante 400 km. dalla casa sul mare, dichiara di non avere più voglia e tempo da dedicare a questo progetto. Prima di staccare completamente la spina mi aiuta a trovare, con il contributo determinante di Padre Lopes (parroco nel distretto dove c’è la casa) una persona a cui affidare la gestione della casa. L’idea che prevale è quella di "avviare il motore" per

1)interrompere il processo di deterioramento della casa,
2) rendere abitabile parte della costruzione e dare avvio alla attività di posada
3) con i primi guadagni continuare i lavori.

Conceicao è la donna a cui lascio in mano tutta la questione; durante l’autunno ultima i lavori essenziali e verso la fine del ’97 comincia ad ospitare i primi turisti; durante il ‘ 98 la casa, anche con l’aiuto saltuario di Padre Lopes, ha camminato con le proprie gambe ma incontrando problemi e difficoltà.

informazioni sulla casa
La struttura, situata a pochi metri dal mare e attigua ad un villaggio di pescatori, è strutturata a base rettangolare con all’interno una grande spazio; il patio permette, anche nelle ore soleggiate, una zona d’ombra dove stendersi sulle amache.
L’oceano in questa zona è tranquillo e la costa è rappresentata da lunghissime e larghissime spiagge di sabbia; durante tutto l’anno la forte ventilazione garantisce un clima ottimale (nonostante i 5 gradi dall’equatore) e l’assenza di "mosquitos".
Un volo aereo (Roma-Milano-Fortaleza) e tre ore di pullman permettono di raggiungere la località.
considerazioni

A distanza di tanti anni:
è ora che la casa ritorni lentamente ad essere la cosa per cui è nata: luogo d’incontro, di formazione, di informazione o comunque una struttura a scopo sociale mi rendo conto di aver sbagliato nel pensare di affrontare e superare pressoché individualmente difficoltà e avversità che necessariamente si incontrano nel portare avanti un progetto di questa portata comprendo che questi percorsi possono arricchire maggiormente se condivisi con altre persone che hanno voglia di vivere esperienze simili alcune idee per il futuro trovare un gruppo di persone che si appassionano attorno a questo progetto e che sono disponibili a diventare gruppo trainante nessun vincolo riguardo le idee che si andranno ad abbozzare; nella mia mente la casa di Tremembè può avere due scopi principali:

1) Funzione di turismo sociale: luogo in cui gruppi di persone (anziani, studenti, professori, preti, ecc), si incontrano uno o più giorni per stare insieme, fare scuola, formazione, informazione, pregare, discutere di politica, organizzare progetti di vario genere, ecc; un luogo insomma dove la gente discute, si diverte, fa esperienze nuove; è anche luogo dove organizzare feste, incontri, convegni, ecc. Le entrate di questa attività devono essere da subito sufficienti per pagare chi ci lavora e per rinnovare la struttura quando si logora. Nel medio periodo (4-5 anni) dovrebbe generare un surplus da destinare all’altra parte del progetto.
Sembra realistico immaginare che la struttura possa rientrare in un circuito di turismo alternativo per italiani e europei che intendono fare tappa in questa semplice ma confortevole casa sull’oceano per abbinare una rilassante vacanza di mare con la conoscenza di una realtà Brasiliana per certi aspetti atipica: cooperativa di pescatori, attività giovanile vivace e sostenuta da un prete che guarda con particolare attenzione ai problemi sociali, esperienze di sicuro interesse dell’amministrazione locale nel campo della scuola e della salute; in tal senso potrebbe costituirsi in loco una associazione disponibile ad agevolare e incentivare l’incontro con le esperienze organizzate locali.

2) Funzione casa-scuola-famiglia: parte della casa (5 stanze?) viene usata per adottare temporaneamente bambini senza famiglia; 10-15 bambini di due tre anni vengono allevati fintanto che non si individuano altri progetti (formazione professionale, accoglienza in strutture più adeguate, ecc.); a questi ragazzi si garantisce affetto, educazione, cibo ma soprattutto la speranza verso il futuro; una associazione italiana sostiene economicamente questo progetto e, possibilmente, invia ogni anno, una o due persone come volontari.
In questo progetto Padre Lopes è garante morale nei confronti delle istituzioni brasiliane e per forza di cose partecipa alla elaborazione del progetto.
Sembrerebbe possibile immaginare una specie di gemellaggio tra questa esperienza e la comunità di Martignano (con le sue associazioni di anziani, di giovani, ecc.) che si prende a carico il buon esito di tale progetto
La struttura esistente potrebbe essere lasciata in comodato all’associazione per un periodo sufficientemente lungo (20 anni?) per portare avanti ogni sorta di progetto.
L’obiettivo a medio (4-5 mesi) è quello di mandare una persona o due a Tremembè per confrontare queste idee con la comunità locale (vedi in particolare Padre Lopes) con lo scopo di non fare calare dall’alto nessuna iniziativa e con la possibilità di rivedere sostanzialmente i progetti iniziali.

P. gli amici: Armando Stefani

Nell'ambiente di Martignano (periferia di Trento) si individuano i primi sostenitori dell'iniziativa; si fanno le prime riunioni e cominciano a nascere le prime idee di gruppo. A dicembre 98 viene approvato il primo documento di gruppo. A dicembre 98 viene approvato il primo documento di gruppo (vedi verbali).

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