Bonazza Andrea

Nato a Trento e residente a Civezzano, Fr. S. Agnese 1/b.
Coniugato con Moerl M. Carla dal 1980 con la quale ho avuto cinque figlie (due all’Università, Lettere e Matematica, e tre in età scolare.)
Laureato in Architettura dal 1979 con la specializzazione in restauro monumentale; ho restaurato più di trenta Chiese e palazzi nobiliari, in Italia ed all’estero, ma in questi ultimi cinque anni mi sono dedicato

all’attività immobiliare, pur mantenendo attivo lo Studio di Architettura per opere private e pubbliche.
L’interesse maggiore è rivolto alla famiglia ed all’educazione delle figlie, per le quali devo interessarmi delle cose più disparate; dalla matematica alla musica, dalla cultura generale allo sport, per finire con la culinaria e tutto ciò che può interessare per seguire i giovani d’oggi.
Fra le altre cose mi piacciono la buona cucina e l’andare a funghi.

Relazione

La città di Trento ha una conformazione assai dispersiva rispetto al numero degli abitanti.Per quanto riguarda, specificatamente, il tema che ci siamo posti, rileviamo che la collina est si è sviluppata notevolmente intorno ai nuclei originari di Martignano, Cognola, Povo e Villazzano. Il sobborgo di Povo, in particolare, ha avuto un grosso impulso dall’insediamento dal polo universitario e dall’IRST. Questo sviluppo non è stato, però, preceduto da una pianificazione urbanistica attenta e da una programmazione dei collegamenti, efficiente ed alternativa ai mezzi privati.

Per non parlare dello sviluppo edilizio, soprattutto quello degli anni ’60, caratterizzato da una certa improvvisazione e da interventi di poco pregio con una viabilità non adeguata all’espansione degli insediamenti.

La collina di Povo ha assunto una notevole importanza, sotto il profilo residenziale e dei poli universitari, costituendo, però, un’isola distaccata dalla città, raggiungibile sostanzialmente solamente da due strade, che presentano, nelle ore di punta, livelli di intasamento insopportabili.

Pur ammettendo che esistono realtà italiane molto più compromesse, l’importanza che la città di Trento ha assunto come polo universitario, richiederebbe interventi, sia in termini di riqualificazione delle costruzioni esistenti, sia per quanto riguarda la pianificazione della mobilità, che faccia passare in secondo ordine l’utilizzo del mezzo privato a favore di quello pubblico.

Mutuando da altre realtà del nostro Paese, quali ad esempio la città di Perugia o da altre realtà internazionali e pensando “in grande”, si potrebbero individuare nei sistemi di trasporto pubblico, quali scale mobili, funicolari, mezzi a rotaia, la soluzione ai problemi che attanagliano sia la città che la collina, in particolare quella di Povo.

Una soluzione in tal senso, porterebbe ad un minor inquinamento e ad un maggior grado di vivibilità.

La sfida, quindi, pur essendo difficile ed impegnativa, può avere il suo inizio di attuazione nella pronta attivazione della metropolitana di superficie, con l’utilizzazione della attuale ferrovia della Valsugana, per essere completata con ulteriori interventi del tipo sopra descritti.

In conclusione, la città si avvicinerebbe alla collina e viceversa, formando un sistema integrato a tutto vantaggio dell’ambiente e di chi vi abita e vi lavora.

La realizzazione di questa “idea” richiede, sicuramente, un impegno a livello politico e una rispondenza dei cittadini, i quali dovrebbero rinunciare al loro individualismo per premiare forme di convivenza, che tengano in maggior conto il vivere comune e la salvaguardia dell’ambiente.

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