Ricci Stefano

Stefano Ricci, residente a Povo dal 1983. Già consigliere circoscrizionale (sempre d’opposizione) per due legislature e attivo come volontario in associazioni interessate alle problematiche giovanili e socio-assistenziali. Componente del consiglio di amministrazione della scarl PovoCoop81 fino al febbraio 2003. Ora, forzatamente a riposo, scrivo racconti per il giornalino del sobborgo “Tuttapovo".

Relazione

Chi ha occasione di risiedere, anche per brevi periodi, in altre realtà urbane italiane, non può non apprezzare l’elevato grado di vivibilità offerto dalla città di Trento. In termini di ritmi, vicinanza ai servizi, dimensioni umane, ambiente naturale. Ciò comporta una maggiore responsabilità da parte dell’amministrazione per mantenere questo livello ed intervenire in quelli che possono definirsi “dettagli”, ma che contribuiscono notevolmente a determinare la qualità della vita quotidiana dei cittadini. I residenti nella zona collinare risentono meno dei problemi derivanti dal traffico e dall’inevitabile inquinamento che, in verità, si cerca di limitare con una politica tesa a scoraggiare l’uso dell’auto privata. Andrebbe contemporaneamente, però, incoraggiato il trasporto pubblico intervenendo in modo più coerente su frequenze e tariffe. Altrimenti si corre il rischio, invece di diminuire il traffico, di renderlo solo più caotico. A tal proposito, per inciso, vorrei chiedere se, nel festival delle “rudatorie” ne è prevista una all’uscita di Madonna Bianca su Viale Verona e se è allo studio qualche progetto per superare la barriera ferroviaria della Valsugana all’altezza della stazione di Villazzano.

Ma l’argomento che vorrei qui affrontare è particolarmente legato alla salvaguardia ambientale del territorio collinare dove ancora convivono, accanto ad importanti insediamenti urbani, zone a verde agricolo, coltivate a frutteto e vigna. Non volendo entrare nel merito dell’uso dei pesticidi in agricoltura, desidero però segnalare la necessità di una regolamentazione precisa e vincolante che eviti assolutamente l’esposizione dei residenti alle nuvole velenose degli atomizzatori. Non è possibile vedere ragazzini alla fermata del bus investiti da spruzzate di elementi evidentemente poco salutari a giudicare dalle bardature indossate, giustamente, da chi li manipola. Pur comprendendo le esigenze dei coltivatori, penso che l’indicazione di orari precisi (prevalentemente le ore notturne) e di attrezzature più puntuali (le lance invece degli atomizzatori), potrebbero limitare gli innegabili disagi alla salute pubblica. Mi pare comunque evidente, purtroppo, che non è più possibile lasciare la questione ad un generico buon senso che è sempre più raro “trovare in natura”! C’è bisogno di una precisa normativa.

L’altra questione che vorrei introdurre è quella relativa alla raccolta differenziata dei rifiuti verso la quale sta certamente crescendo la sensibilità della popolazione, ma che potrebbe essere organizzata in modi più efficaci e con un impatto ambientale meno pesante. Nei nostri piccoli centri storici in gran parte graziosi ed ordinati, che conoscono una particolare attenzione al recupero di architetture tradizionali e ad un armonico inserimento del nuovo, stonano, per quanto mascherate, quelle campane colorate spesso seppellite da scatoloni e immondizie maleodoranti. Vorrei suggerire una politica che preveda lo sviluppo dei CRZ e CRM con la presenza di personale specializzato capace di incrementare le conoscenze e, quindi, la consapevolezza ecologica degli utenti. Al fine di incentivare l’uso di questi centri, si potrebbe ricorrere anche ad una sorta di sconto sulle tasse per la raccolta dei rsu in relazione a quanto conferito dai singoli cittadini al CRZ di competenza. Questa soluzione, oltre a liberare il territorio da quegli antiestetici punti-campana, razionalizzerebbe la raccolta differenziata ed il recupero di materiale riciclabile e promuoverebbe ancora di più, nei confronti della cittadinanza, quella coscienza ecologica e di rispetto del territorio che nasce da una continua e puntuale informazione.

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