Dietro le manifestazioni di massa

di Marcelo Barros - 23 giugno 2013

Per chi cerca una società più giusta, è fonte di allegria e entusiasmo vedere il popolo andare in strada, non solo
per il carnevale e le partite di calcio, ma anche per esprimere la sua insoddisfazione rispetto a diversi aspetti del
paese. Evidentemente, nessuna persona di buon senso è favorevole ad atti di vandalismo e violenza. Tuttavia, è
sempre più chiaro che tali abusi sono compiuti da individui estranei alle manifestazioni.


Senza dubbio, è ancora presto per trarre conclusioni e anche per fare analisi più complete di queste
mobilitazioni. Tuttavia, possiamo proporre alcune prime impressioni. Senza dubbio, un’azione sociale e di
contenuto politico che riunisce migliaia di persone deve essere presa sul serio. Dà indicazioni sul fatto che le
attuali forme di fare politica richiedono una seria revisione. E’ diritto della società esprimere la sua
insoddisfazione e esigere una correzione di rotta riguardo a ciò che dice sugli interessi collettivi. I politici e i loro
partiti possono rappresentare una parte della società. I governanti ricevono un mandato per dirigere il paese, ma
devono sempre presentare i conti alla società che li ha eletti. Rappresentare gli elettori non significa sostituirli, o
ignorare e sottovalutare il sentimento popolare. Queste manifestazioni di massa esprimono un’insoddisfazione
che si sta approfondendo in ampi settori della popolazione in relazione ai tre poteri che ci governano.
Indipendentemente dalla politica dei partiti e dalle posizioni ideologiche, gran parte della gioventù aspira a
forme nuove di esercizio dell’autorità, gestione del pubblico e dei beni comuni.
Le istituzioni vigenti devono essere modificate per rafforzare una democrazia più profonda e popolare. Nel
frattempo, è necessario progredire per non distruggerle sostituendole con un’anarchia apparentemente spontanea,
che finisce per favorire il peggio. Il Mahatma Gandhi affermava che chi non ama la politica ha diritto di non
amarla, ma sarà sempre governato dai politici peggiori. Le manifestazioni che ci sono state in Brasile ricordano
quelle del nord Africa, della Spagna e di altri luoghi del mondo. Senza progetti chiari, quasi sempre si finisce
nelle mani della destra. In Spagna, la protesta di migliaia di indignati è sfociata nella elezione del governo più di
destra degli ultimi anni. Nel Nordafrica, la primavera araba ha dato vita a governi fondamentalisti e di
fisionomia militare. Sarà diverso in Brasile?
Giornalisti televisivi e della stampa sono stati maltrattati nelle strade e, grazie alla tecnologia, gli stessi
manifestanti riferiscono gli eventi che avvengono in strada. Questo rifiuto forse significa che le persone non si
vedono nei grandi media e non vedono i loro interessi rappresentati dai mezzi di comunicazione. Non vogliano
neanche vedere il movimento strumentalizzato da politici tradizionali e dai partiti di sempre. Tuttavia, è bene
fare molta attenzione a che le mobilitazioni non finiscano per servire alla parte che non rappresenta i
cambiamenti desiderati. Non siamo ancora arrivati all’epoca in cui il lupo pascolerà insieme all’agnello e il leone
mangerà erba con la giumenta. Che Dio ispiri i manifestanti. E’ diritto di tutti andare nelle strade e manifestare la
propria insoddisfazione per le tante cose che vanno male nel paese. Esigere che il governo federale e quelli
statali e comunali aprano strumenti di dialogo con la popolazione. Mostrate potere di mobilitazione, non solo per
esprimere ciò che non volete, ma per affermare ciò che volete proporre. E, principalmente, non scambiate una
democrazia anche se imperfetta e piena di limiti con il caos. I movimenti sociali organizzati e i rappresentanti
della società civile, dalle associazioni di quartiere fino ai partiti politici devono sentirsi chiamati a reinventarsi e
a impegnarsi in un mutirão di proposte per la costruzione di un Brasile più egualitario e giusto. Per chi è
cristiano, quanto più si ampia l’esercizio della cittadinanza, più si testimonia la realizzazione del progetto divino
nel mondo e la presenza dell’amore divino che è non solamente in noi, ma nelle strade e piazze del paese,
quando con coscienza lottiamo per la pace e per la giustizia.

 

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