Giacomoni Franco

56 anni, pensionato, sposato, due figlie, risiede a Povo dove è nato.
Ha lavorato in ambiti sociali (sindacato - Agenzia del Lavoro - Provincia [politiche del lavoro]).
E' socio delle strutture cooperative della zona, di cui è stato anche amministratore, co-fondatore dello Sci Club Marzola, presidente, fino al 1998, della locale Sezione SAT, è stato consigliere d'amministrazione dell'Azienda Forestale Trento - Sopramonte.

Nel 2002 ha curato la realizzazione del libro Marzola, la nostra montagna edito dalle Sezioni SAT di Villazzano e Povo in occasione dell'Anno Internazionale delle Montagne, collabora con il periodico Tuttapovo.
Si sente profondamente legato al suo paese e al territorio, in veste di cittadino e socio SAT.
E' attualmente impegnato, con un gruppo di soci della Sezione SAT - Povo, nella revisione della segnaletica della sentieristica SAT nella zona Celva, Chegul, Marzola

Relazione - Sviluppare sulla collina est occasioni di conoscenza del territorio e di turismo compatibile

La zona è assente da ogni promozione, la stessa dizione APT Trento Monte Bondone sottolinea questa “distrazione”.

La collina est è una delle aree cittadine, da sempre, più popolata e ricca di storia di autogoverno, (basti pensare agli Statuti del “Monte della Vacca” (Montevaccino) o di Povo, ai Comuni presenti sino al 1926),

Esistono dall’Argentario alla Marzola una molteplicità di “emergenze”: parco minerario del Calisio – cave di Pila - forra del Fersina – palestre roccia di Celva e Bindesi – forti – sistemi difensivi guerra 15/18 – roccoli – percorso mountain bike della Marzola – sentieri SAT – sentieri e percorsi dell’Azienda Forestale – malghe - Rifugi - vini – mele - flora – fauna – boschi – alberi monumentali - ville) che sono state valorizzate da tante pubblicazioni ma mai promosse unitariamente.

Per ognuna o più di queste presenze potrebbe essere utile studiare i modi di promozione che potrebbero dare risposte a fenomeni ad oggi poco o nulla regolamentati (penso alle mountain bike per le quali si potrebbero, sfruttando le strade forestali, creare percorsi che non creino discussioni con gli escursionisti).

Chi frequenta queste zone? Non solo il residente nei paesi o nella città. Da un’analisi del libro di passaggio sul sentiero attrezzato “Bertotti” in Chegul, si può rilevare che circa il 40% dei passaggi è relativo a persone di fuori provincia se non di altri stati (tedeschi – spagnoli – dell’est – israeliani!). E’ auspicabile far conoscere a queste persone quanto offre la zona?

Può essere utile offrire una visione unitaria del complesso sistema di opere, forti, trincee memoria della 1^ Guerra Mondiale?

E’ possibile ipotizzare, con l’accordo dei proprietari, la visita programmata a qualche villa? a qualche parco? Un percorso degli alberi monumentali?

E’ azzardato pensare, vicino ai rifugi o alle malghe, a “I suoni della collina est”, visto il successo dei “suoni delle Dolomiti?

La zona si presta inoltre alla frequentazione in ogni stagione, con il sole su Villamontagna e la neve per le ciaspole in Maranza (se c’è neve!). Le camminate al chiaro di luna possono essere proposte anche qui?

Costruire quindi una proposta, un’offerta alternativa da promuovere, a mio parere, prima per il cittadino che per il turista.

La riscoperta del proprio territorio, oltre al valore culturale in sé, rappresenta, a mio parere, la migliore garanzia per il suo rispetto e la sua salvaguardia.

Parimenti va verificato se la collina est può essere parte dell’offerta turistica della città.

Un’offerta che si differenzia dal turismo con infrastrutture “pesanti” quale il Monte Bondone, che ha nel territorio, nel paesaggio nel “passo d’uomo” la sua, da verificare, forza.

Una proposta “leggera” che potrebbe favorire economie di nicchia (penso ai produttori di vino e di frutta), a strutture ricettive agili (B&B).

Offro queste riflessioni da non esperto ma da cittadino partecipe delle prospettive del territorio in cui è nato e vive.