Ianes Giancarlo

Residente a Povo, in Via alla Val 6.

Diplomatosi come perito aziendale, è impiegato pubblico.
Membro dell’Avis di Povo, è collaboratore del periodico Tuttapovo e componente del Circolo Ricreativo Ente Regione.
Suoi interessi sono la storia, le escursioni in montagna, i viaggi.

Relazione - L’informazione nelle circoscrizioni di Trento: l’esperienza di “Tuttapovo”

Ringrazio per l’opportunità datami nel contribuire a questo progetto per la collina est di Trento. Mi scuso per questo intervento parziale. Saluto cordialmente il Sindaco Alberto Pacher, il giornalista Paolo Grezzi e tutti gli intervenuti.

VALORIZZAZIONE DEL BACINO IDROGRAFICO DEL RIO SALE’

Premessa:

Il cittadino comune deve rare i conti quotidianamente con stress causato da traffico, rumore, smog e automenta in lui il desiderio di una migliore qualità della vita. La collina di Povo ha scontato in questi ultimi anni un forte sviluppo residenziale che ha portato di conseguenza più traffico. La strada provinciale che collega i sobborghi di Povo e di Villazzano è diventata di fatto una tangenziale est sulla quale transitano giornalmente centinaia di automobili.

Povo con il suo dolce paesaggio che degrada verso la città e rappresenta una sorta di balcone privilegiato, è da sempre mèta di passeggiate ed escursioni.

Sulla strada per Gabbiolo e Villazzano si incontrano moltissime persone che passeggiano, fanno jogging o bicicletta. La piacevole passeggiata è offuscata dall’incessante via vai di macchine, da rumore e smog. Se per motivi pratici possiamo dire che è alquanto utopistico pensare ad una vita senza traffico è perseguibile la ricerca di alternative valide per praticare jogging, bicicletta e altre attività del tempo libero in sicurezza e in un ambiente più sano.

Proposta:

Tre le tante possibili alternative per Povo mi attira molto l’idea della valorizzazione del bacino idrografico del rio Salè, placido torrente che scorre dal Passo Cimirlo fino al rione della Clarina a Trento. A dire il vero di parco fluviale del Salè se ne parla da anni ma mi sembra che finora non abbia trovato sbocchi. Il percorso del rio si snoda per una lunghezza di circa 15 km: attraversa radure, vallette, insediamenti abitativi; lambisce luoghi ameni intrisi di storia (ville nobiliari per es.); crea suggestioni con cascatelle e insenature. Perché quindi non approfittare di queste doti naturali per poter essere valorizzato e messo a disposizione della collettività creando un percorso parallelo al torrente utilizzabile per pedoni e bikers che dalla città salgono verso i sobborghi? Dal parco di Gocciadoro, già attrezzato per attività del tempo libero, il rio ci accompagna verso la collina a stretto contatto con un paesaggio ancora campestre e fortunatamente ancora poco residenziale. La “vecchia” ferrovia della Valsugana che taglia la collina conferisce all’insieme una nota quasi folcloristica. La rupe di Castel di Pietrapiana già residenza dei Belenzani, come muta sentinella sorveglia il rivo che gli scorre ai piedi. E poi su verso Povo toccando edifici, ex molini, che in un’epoca non molto lontana sfruttavano le allora più generose acque del Salè per far “girare” la magra economia dell’epoca.

Penso a conclusione di questo breve intervento che l’area del Salè, opportunamente attrezzato con steccati, piazzole per sosta, segnaletica informativa sia sulla flora che sulla storia, ecc, possa rappresentare una valida alternativa per il tempo libero.

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