Pedrini Bruno

Pensionato, risiedo a Povo. Sono un promotore sociale volontario del Patronato A.C.L.I. Settimanalmente, svolgo la mia attività nei sobborghi di Povo, Cognola e Martignano, cercando di fornire una risposta alle richieste di natura previdenziale, fiscale o assistenziale che mi vengono rivolte dai residenti

Relazione

E’ in occasione degli incontri che svolgo, in quanto promotore sociale volontario delle A.C.L.I. su Povo, Cognola e Martignano, che da più persone mi viene manifestata la difficoltà nel giungere a fine mese; credo che non occorra essere dei grandi economisti per capire che con certi redditi tali manifestazioni sono più che veritiere.

Peraltro il dato, che indica che siamo in presenza di una notevole perdita delle capacità di acquisto dei redditi medio-bassi, è confermato da tutti gli istituti di indagine.

Questa situazione di fatto è oggi sempre più aggravata dalle scelte di politica sociale effettuate ai vari livelli , che tendono a lasciare nelle tasche dei cittadini qualche euro in più. (vedi eventuale riforma fiscale, a scapito di una qualità dei servizi, vedi necessità di ricorrere alla sanità privata).

All’interno di questo quadro vi è una categoria di persone che più di altre soffre di questa situazione: le persone sole.

In sostanza si può dire che la solitudine aumenta il disagio ed il disagio aumenta la solitudine. Sto parlando di diversi tipi di solitudine: fisiologica, psicologica, economica.

Qualcuno potrà dire che queste situazioni vi sono sempre state. Questo è vero, ma oggi sono notevolmente accentuate dal fatto che le nostre comunità stanno perdendo la caratteristica di paese, per assumere sempre più quella di cintura urbana della città; una cintura con le fibbie d’oro se vogliamo, ma pur sempre una cintura più anonima -la piazza non esiste più, se non per parcheggiare la macchina; l’oratorio non è più ritenuto rispondente alle nostre esigenze cioè un posto in cui si faceva un po’ di tutto, dal giocare al cantare. Oggi i nostri figli devono diventare o atleti o cantanti ed allora subito alla ricerca dei corsi di nuoto o judo, di chitarra o pianoforte.

Certamente oggi nelle nostre comunità vi è stata una crescita dell’associazionismo, da quello giovanile a quello degli anziani,da quello sportivo a quello culturale riuscendo ad aggregare attorno a sè migliaia di persone. Al contrario, però, vi è stato un calo per non dire una perdita di quelle relazioni personali che tendevano ad aiutare le situazioni di solitudine con momenti di vera solidarietà.

Oggi si corre il rischio di far parte di una , due o tre associazioni, e di non conoscere, però, una situazione di disagio in cui versa la persona della casa accanto.

Purtroppo queste situazioni in tante occasioni non sono conosciute nemmeno dalle Istituzioni, a volte perché gli interessati non chiedono nulla , rinchiudendosi sempre più in se stessi, a volte perché esse lavorano a compartimenti stagni.

Ricordo il caso di una novantenne , priva di qualsiasi pensione, a cui nessuno aveva detto che dal 65mo anno avrebbe avuto diritto alla pensione sociale eppure, da dieci anni le venivano forniti pasti a domicilio e quindi annualmente compilava i moduli presso l’ufficio assistenza del comune di Trento dichiarando che era priva di pensione.

Po ci fu anche il caso di una quarantenne, a cui in breve tempo erano deceduti i genitori rimanendo quindi sola e in stato depressivo, con conseguente abbandono del posto di lavoro. Per questi motivi le è stata riconosciuto il diritto all’assegno di invalidità civile, ma nessuno le aveva consigliato che avrebbe avuto titolo di ottenere la pensione d’invalidità all’INPS, il cui importo sarebbe stato doppio. Eppure per ottenere l’assegno di invalidità era dovuta passare dagli uffici della PAT, dal Medico Provinciale e dal medico curante.

Risolvere il problema della solitudine non è semplice nel contesto attuale.

Certamente un lavoro di rete fra Istituzioni, Associazione e volontariato potrebbe, attraverso una stretta collaborazione, intercettare situazioni di disagio e solitudine, esaminarne la consistenza e proporre quindi delle soluzioni personalizzate.