17 luglio - Arrivo ad Aracatì e Coquerinho

Dopo essere arrivati ad Aracatì, dove le varie comunità portano ad una “bodega”, i loro prodotti artigianali da vendere, ci avviamo per una strada sterrata, la terra è rossa, ai lati piante di cajù spontanee, palme, banani e molto altro ancora.
Benvenuti a Coquerinho! Abbracci, canti, sorrisi e lacrime, esclamazioni di gioia accolgono il nostro arrivo; non so se questa è la modalità di accoglienza a tutte le persone che soggiornano qui per qualche giorno o se è la gioia di rivedere amici che arrivano da lontano. E´ comunque l’ accoglienza di un altro mondo, quello che noi consideriamo in via di sviluppo! Questa gioia prorompente è qualcosa di unico, ma perché queste donne sono esuberanti di gioia e la comunicano in modo così forte e contagioso? Credo che oltre ad una disposizione naturale e culturale, giochi molto il fatto che non vivono pensando solo a se stesse, al proprio orticello, ai propri interessi, percependo nell’altro un estraneo. Queste donne hanno lottato per anni per ottenere condizioni di vita migliori, ma non solo per se stesse, il loro impegno è rivolto a tutta la comunità. Quella parte di noi che normalmente consideriamo privato, trova canali di comunicazione in tutte le direzioni ed è un dare e un ricevere reciproco, oltrepassando quella soglia che noi alziamo verso l´esterno di noi, perché la gioia è sovrabbondante.

Dopo cena Magela ci intrattiene con la sua chitarra e con altri due ragazzi canta canzoni che parlano di impegno, di liberazione, amore, infine ci impegna in una “mistica” con un bicchiere di acqua in mano, simbolo di vita, ci invita ad abbracciarci reciprocamente per comunicarci gioia, speranza, amore.

 

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